venerdì 17 giugno 2022

Aquositas – La frittura di pesce in collina, alla Pizzeria Tre Stelle ad Ogliano


“Tra le cucine tipiche del nostro paese che utilizzano ingredienti freschi e genuini come il pesce offertoci dal mare, e riescono a dare sempre il giusto spunto per sbizzarrirsi con delle preparazioni di buona qualità, privilegiando in modo particolare la leggerezza e la freschezza nei gusti, quella della città di Venezia è ricca di interessanti specialità basate sulla materia prima che si trova in laguna. “ (https://it.myitalian.recipes/ricetta_veneta-frittura_alla_veneziana.htm)


                                                   Lo scartosso del Vecio Fritoin a Venezia


Margherita Maggio in 2Night suggerisce un percorso per mangiare le migliori fritture del Veneto(https://2night.it/c18020-/ti-porto-mangiare-le-fritture-di-pesce-migliori-del-veneto.html ) :

'Ma tu prometti di usare le mani!', suggerisce con decisione.


Un ottimo indirizzo per degustare la frittura di pesce in collina, è ad Ogliano (Conegliano).

Normalmente non ci fidiamo molto delle pizzerie che propongono anche il pesce. Alla Pizzeria

Ristorante Tre Stelle è tutta un'altra storia.

Sara sceglie il pesce di buon mattino in una pescheria locale, con l'occhio di chi sa cosa vuole.

Il risultato è una frittura di pesce leggera, croccante, sapida, davvero un piccolo capolavoro.

La famiglia ha origine dalla Costiera Amalfitana, luogo, anch'esso, di bellezze e gusto senza pari.



Antonella Pianca, giornalista e Degustatrice AIS, ci ha proposto come accompagnamento enoico il boschera del dott.Alessandro Winkler di Vittorio Veneto.

Vinificato in purezza con la tecnica tradizionale della rifermentazione in bottiglia su lieviti propri, il Boschera, vitigno autoctono un tempo particolarmente diffuso nei Colli Fregonesi, ha germogliamento e maturazione tardivi, grappolo alato piramidale spargolo con acino giallo/verdognolo a buccia spessa puntinata.L'impiego di solfiti è estremamente ridotto. L'analisi multiresiduale dimostra l'assenza di tracce di prodotti fitosanitari nel vino.




venerdì 10 giugno 2022

Eurosostenibilità - Oltre la fiducia : la certificazione come garanzia di una effettiva politica di sostenibilità – Le scelte di Konsum srl

 


Continua l'impegno di selezione informativa di Konsum srl, per proporre il meglio della riflessione sui temi della sostenibilità

In ogni settore di mercato, Bureau Veritas (nata nel lontano 1828), offre un’ampia gamma di servizi e soluzioni su misura in ambito qualità, gestione dei rischi, salute e sicurezza, ambiente e responsabilità sociale.

L'approccio è modellato sulla base delle peculiarità del business in cui operano i clienti, avendo la possibilità di disporre di competenze specifiche per ogni mercato.



"Forti dell’esperienza sul campo, aiutiamo le aziende a efficientare la propria performance, grazie ad un team di risorse esperte per ogni tipo di settore che verifica la conformità di prodotti, risorse, sistemi e fornitori. Dall'edilizia all'agricoltura all'abbigliamento, dall’automotive alle materie prime, i nostri servizi creano valore tangibile, supportando le organizzazioni nelle principali attività e nel commercio a livello globale.

"Dato che la continua crescita d’interesse verso comportamenti sostenibili porta alle aziende coinvolte benefici - anche consistenti - tanto in termini economici come d’immagine è importante che si vada oltre il semplice patto di fiducia tra azienda e consumatore o stakeholder. In altre parole, l’autodichiarazione non è più sufficiente. L’azienda dovrà garantire ai suoi clienti che quello che offre - prodotto o servizio - sia realmente sostenibile, e cioè che soddisfi un certo numero di criteri misurabili e certificati. E per farlo deve affidarsi a enti terzi che ne attesteranno l’impegno e l’effettiva riuscita."

Solo così la sostenibilità diviene un elemento riconosciuto, valido e oggettivo. Utile da sfruttare anche a fini di comunicazione e marketing.

La ragione per la quale un’azienda decide di intraprendere un percorso di sostenibilità confrontandosi con una parte terza è duplice e risponde a criteri:

1. “interni e di comprensione”. L’obiettivo è scoprire - attraverso il confronto con gli esperti dell’organismo di certificazione - il proprio grado di sostenibilità e, in base al risultato mettere in opera i possibili rimedi per migliorare la situazione. Un caso frequente è la volontà di capire se e quanto i propri processi produttivi si possano dire “sostenibili”.

2. “esterni e di comunicazione”. L’obiettivo è comunicare all’esterno - in primis a clienti e stakeholder - la propria adesione a politiche di sostenibilità che siano sul versante ambientale, sociale o di governance. Ovviamente, con la garanzia di una certificazione che ne attesti la validità e la qualità delle performance.

Le parti terze che operano per certificare i soggetti interessati utilizzano standard nazionali e internazionali, come UNI o ISO.

Il processo che porta all’adozione di queste norme non mai è immediato; una volta elaborate dagli enti normatori e messe sul mercato, esse entrano nella consuetudine gradatamente, soprattutto sotto l’impulso proveniente dalle grandi aziende, in genere le prime a decidere di farsi certificare secondo questi standard o a richiederne l’adeguamento ai propri fornitori o subfornitori. Questi, spesso aziende di dimensioni medio-piccole, avviano il processo di certificazione, così da ottemperare a una diretta richiesta dei loro clienti (restando dunque nell’albo fornitori). Due esempi su tutti.

La ISO 39001 ha avuto una certa diffusione poiché è indicata quale requisito necessario per partecipare a gare d’appalto indette da Anas-Autostrade, mentre si sta registrando un netto incremento delle certificazioni ISO 28000 (focus sicurezza nella supply chain), da quando un colosso come IKEA ha deciso che tutti i suoi fornitori dovevano adeguarsi entro il 2020.

Capita inoltre, specialmente in un medesimo settore che più aziende si uniscano in associazione e si accordino per stabilire gli standard minimi richiesti per una determinata attività; una volta decisi, essi diventano criteri di selezione per i fornitori o requisiti per partecipare a bandi di gara. Ne sono esempio due iniziative quali il Responsible Jewellery Council (RJC) e l’Aluminium Stewardship Initiative (ASI). Anche in questo caso, sarà comunque opportuno l’intervento di un certificatore terzo che garantisca all’associazione il rispetto delle norme richieste.